domenica 31 gennaio 2016

La marcia che non ti aspetti


Che la motivazione faccia cambiar marcia è risaputo: gli obiettivi vengono raggiunti più velocemente e con maggiore qualità attraverso una spinta motivazionale anche dai più piccoli, a patto però di saper schiacciare i tasti giusti…
Come educatori siamo fortunati perché motivati più che altro si diventa, ragion per cui la motivazione si può insegnare. Ci vuole lavoro e molto impegno, in alcuni casi anche parecchia pazienza, ma il premio potrebbe essere di gran lunga superiore rispetto allo sforzo…

E’ un premio a vita tra le altre cose, perché una volta appresi i segreti della mente motivata, questi si espandono a tutte le aree della nostra vita: lì dove sentiamo di voler raggiungere un obiettivo ecco che parte la quarta marcia della motivazione a farci capire come fare…da piccoli, da adulti, nella scuola, nel lavoro, nelle relazioni, nello sport….non importa quale sia l’obiettivo: la motivazione sa solo che noi lo vogliamo raggiungere e lei si mette in moto con tutti i giri che ha a disposizione per farcelo ottenere…


Ecco quindi che noi educatori abbiamo la fortuna di poter porre le basi della motivazione nella mente dei bambini ed insegnare ai nostri piccoli atleti ad andare a cercare dentro di sé la quarta marcia…e per tutta la vita…

Nello scorso articolo (A proposito di Motiva-Azione) abbiamo visto che per fare in modo che questa naturale forza a migliorarsi prenda vita sono necessari alcuni fattori di stimolo, come per esempio l’ambiente che deve essere stabile e sicuro, deve saper proporre stimoli semplici, coerenti e chiari che facciano sentire i bambini a proprio agio ma anche curiosi e coraggiosi, insomma eccitati ma non stressati.

Altri fattori che possono stimolare la motivazione nei bambini sono:
  1. Poter instaurare relazioni importanti nell’ambiente di gioco
  2. Essere coinvolti attivamente in ciò che fanno
  3. Avere obiettivi tangibili e a breve termine da raggiungere

Quello che non dovrebbe mai mancare durante una sessioni di allenamento è quindi l’attenzione verso lo sviluppo di questi elementi. Vediamo qualche suggerimento su come fare:
  • Farli sentire a proprio agio, farli sentire tutti importanti, ogni tanto coinvolgerli in attività extra perché possano rafforzare la sensazione di far parte di un gruppo significativo per loro
  • Insegnare in modo piacevole e divertente, coinvolgendoli attivamente in quello che stanno imparando, senza sovraccaricarli di informazioni e facendoli invece provare attivamente, anche se ovviamente inizialmente sbaglieranno.
  • Fare attenzione a non porre troppa enfasi sull’errore rispetto allo stimolo da imparare: la motivazione cresce se sono stimolato e spinto a fare meglio, non se mi sento a disagio, bloccato e inibito a tentare di nuovo.
  • Farli lavorare per obiettivi da raggiungere, che siano chiari, semplici, tangibili, magari espressi uno alla volta, che si possano raggiungere a breve termine in modo che possano essere di stimolo e di rinforzo per il raggiungimento di quelli successivi.


Come figure importanti e modelli significativi nello sviluppo educativo dei bambini non dobbiamo mai dimenticare che per insegnare dobbiamo anche imparare: impegnatevi costantemente nel migliorare le vostre competenze educative, e non solo quelle tecniche. 

La nostra responsabilità è grande ma il premio è magnifico: quando ognuno di loro si troverà a dover affrontare nella loro vita una difficoltà o un cambiamento, dopo un primo momento di tensione è molto probabile che inseriranno la quarta marcia tanto allenata sul campo e, anzichè arrendersi o lamentarsi, partiranno per un’avventura alla ricerca della soluzione più efficace per migliorare la propria vita.

Micaela Deguidi

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